Lizzola – Passo della Manina – Vigna Soliva

30/08/2015

track

Approfitto di quest’ultima domenica di Agosto per un ultimo giro estivo, con temperatura gradevole (in pratica un caldo che spacca le pietre) e un cielo pulitissimo da nuvole o nebbie. Questa volta solo e pellegrino, mi dirigo a Lizzola e lascio la macchina in uno dei tanti parcheggi vicini al centro abitato. Il mio obiettivo è salire al monte Vigna Soliva (2356 m) salendo dal passo della Manina (1800 m), per poi scendere dalle piste. Per raggiungere la prima meta, la Manina appunto, impegno il sentiero 307. Esso inizia in un ampio prato che si trova sulla destra della strada che sale verso le Piane. Prendo quota abbastanza rapidamente in mezzo ai boschi e, nel frattempo, incontro due fungaioli che si lamentano perchè non trovano niente (qui qualcuno degli sbombatori, non voglio fare nomi, se la riderà bellamente). Lasciato alle spalle il bosco di matti (sia i funghi, sia quelli che li cercano), attraverso un pascolo in salita passando anche ad una piccola baita. Finito il pascolo, risalgo il versante della montagna con qualche passaggio a zigzag in mezzo agli arbusti e, dopo un breve ed ampio tratto in mezza costa, mi trovo in prossimità del passo della Manina, con la sua chiesetta ben visibile già dal paese. Raggiunti i cartelli sotto la chiesetta proseguo a destra, impegnando l’evidentissimo sentiero che collega la Manina con le piste da sci di Lizzola. Raggiungo il rifugio Mirtillo alle piste da sci senza perdere nè guadagnare quota e mi fermo per qualche minuto per prendere fiato e bere un po’ d’acqua in vista della salita. Riparto dirigendomi verso sud mantenendo la destra della valle. Dopo pochi minuti di cammino esco dal sentiero risalendo il pendio erboso e puntando ad un piccolo pianoro posto ai piedi del massiccio. Da qui parte un sentiero non segnato che risale l’evidente spalla erbosa.

spallone

Questo sentiero è piuttosto ripido ma permette di guadagnare metri velocemente e senza grosse difficoltà, non fosse per il sole a picco che rende il mio cammino un vero e proprio calvario. Dopo questa breve (ma intensa) sofferenza mi trovo sulla cresta sommitale, da impegnare procedendo verso sinistra. Mi accorgo di una croce sulla destra, arroccata su uno sperone roccioso a picco su Valbondione. Per raggiungerla occorre impegnare un breve ma aereo tratto in cresta. Me la lascio alle spalle e proseguo sempre lungo la semplice cresta con qualche breve saliscendi fino alla cima. Con una giornata limpida il panorama che offre questa cima è fra i più completi delle Orobie, vista la centralissima posizione e la quota. Ci si trova a metà strada fa la Regina (la Presolana) ed il Re (il Coca) e sono ben visibili il Redorta, tutte le grandi cime della zona del Barbellino, il Tornello, le Dolomiti della Val di Scalve (Concarena, Cimone della Bagozza e Camino), i vicini pizzo di Petto e Vigna Vaga, il Ferrante, Benfit e Vodala, il Pizzo Formico, la cresta Vaccaro-Arera, il Pradella, il Cabianca, il Madonnino, Grabiasca e la coppia Diavolo-Diavolino con l’intaglio del passo di Valsecca ed il sottostante bivacco Frattini, un piccolo punto arancione in mezzo alle rocce scure. In secondo piano, verso Est, sono riconoscibili le montagne della val Camonica, dalla piramide appuntita dell’Adamello fino al “panettone” Guglielmo, passando per il Carè Alto ed il Badile Camuno.

panoramica360

La fatica per la salita viene ripagata con gli interessi da questa splendida vista a 360° e mi prendo tutto il tempo per uno snack in tranquillità e qualche fotografia. Sarei rimasto ancora per un po’, ma per evitare che a casa mi diano per disperso risistemo lo zaino e comincio la discesa. Nel primo tratto della cresta sono in compagnia di un piccolo gregge di capre e per un momento ho dubitato che mi avessero scambiato per un loro simile. Quando si sono accorte che ero solo un povero bipede e che tendevo, ogni tanto, a volare per terra, mi hanno snobbato e cambiato direzione. Lasciata la compagnia ovina, proseguo a ritroso il sentiero dell’andata fino al rifugio Mirtillo, dal quale poi comincio a scendere lungo le piste da sci. Nel giro di quasi tre quarti d’ora raggiungo nuovamente Lizzola, soddisfatto di questa passeggiata e delle sorprese che mi ha riservato.

Tempi: Lizzola – Passo della Manina 40 min; Passo della Manina – rifugio Mirtillo 30 min; rifugio Mirtillo – attacco 15 min; attacco – cima 50 min; cima – rifugio Mirtillo 50 min; Rifugio Mirtillo – Lizzola 40 min.

NB Il sentiero che collega il il pianoro d’attacco e la cima non è segnato e, soprattutto nella prima parte, non è evidentissimo. Prestare un po’ di attenzione nel seguirlo cercando di rimanere sempre in cresta.