Pizzo Redorta

Data: 19-09-2015

Mappa:

Sentiero sia di salita che discesa

I tanto desiderati adesivi targati “Sbombate” son pronti,  abbiamo subito voglia di andare a marchiare qualche vetta, così durante una classica birra al ritmo dei Blues Berries controlliamo il meteo per i giorni seguenti e questa volta proprio il Redorta non ci può sfuggire. Fabio quella montagna l’ aveva già puntata da molto tempo ma dopo una serie di bidoni invernali e non, mai era riuscito a raggiungerla. Il gruppo è ridotto; Luca è impegnato sul fronte funghi… è l’uomo del sottobosco, ha visto crescere giorno dopo giorno i suoi porcini, conosce ogni singola ifa e decine di kilometri tutti i giorni vengono ripagati con kili e kili di funghi. Ormai casa Trussardi la paragoniamo tutti a un cavò di porcini, avete presente quelle scene da film della camorra in cui arrestano il boss proprio nel suo covo? Ecco uguale! L’unica cosa che cambia è la divisa degli agenti. All’ appello poi manca  Slim (International name for Stinky) che è occupato sul fronte nord… tra WhatsApp e Facebook ogni tanto trova il tempo per lavorare un po’… aaa scusate non è semplice lavoro ma è “attività di drilling” (adesso che è international non posso sbagliare). Dario ha detto che per quest’anno ha già raggiunto il Nirvana con il Coca (sottolineo “IL”) e ha chiuso con i crappi per questa stagione, così il sottoscritto e il buon Fabio ci prepariamo ad affrontare la giornata che si prospettava mooolto lungaaaa.

Zaini leggeri e alle 5:30 siamo pronti a Fiumenero con la frontale in testa e un cielo stellato sopra di noi che ci fa ben sperare. Prima di partire invitante selfie sotto le luci dei lumini del cimitero di Fiumenero, della serie, no non siamo scaramantici.

Sel
Selfie prima della partenza…

E viaa Sentiero 227 verso il Rifugio Brunone, per la prima parte quasi sempre nel bosco costeggiando un torrente che forma vasche limpidissime non molto ripido…Fabio è davanti,  tira il gruppo sicuro di se, così sicuro che ad un tratto ci rendiamo conto che siamo su un pendio molto ripido, erboso e che poco sembra un sentiero cai… forse abbiamo sbagliato strada? Dove è che abbiamo sbagliato? Vaghiamo qualche minuto nel buio ma poi torniamo subito sul giusto tracciato. (Gli influssi di Slim si fanno sentire anche a distanza). Arrivati ad una conca erbosa percorsa dal torrente, incomincia una serie di tornati che ci porteranno fino al Brunone (che si vede già da li ma non vorrà mai arrivare).

Diavolo e Diavolino dal Brunone
Diavolo e Diavolino dal Brunone

Ore 8 e un quarto siamo lì fuori dal Brunone, le gambe si fanno già sentire, così per ingannare la fatica simuliamo una sveglia al rifugio, ci facciamo preparare un tè caldo e signori e signore…magia!! Il nostro corpo si sveglia freschissimo come se avessimo dormito proprio lì, a 2300 metri.  Prima di abbandonare il rifugio,  debitamente marchiato con l’adesivo, il rifugista ci da alcune indicazioni per la vetta con calma olimpica che aiuta maggiormente il cervello a pensare che si è appena svegliato. Freschi come rose, o quasi ci avviamo sul sentiero 252 e imboccata la deviazione a sinistra per il Redorta proseguiamo  su un sentiero che ci conduce fino ad una conca pietrosa ed un gradone roccioso abbastanza ripido. Mi raccomando, alla prima pietraia che spiana tenete la sinistra e risalite stando sempre sul versante della Brunona.

Rimontato il gradone ci troviamo su una pietraia che ci porta verso la vedretta di Scais. Qui il grande momento, il momento che aspettavamo da un po’… picca e ramponi… Come due bambini, incuriositi da questi nuovi oggetti, li indossiamo  e dopo i primi passi insicuri (come quando si pucia la punta del pollicione nell’acqua per sentire quanto è gelida) acquisiamo la dovuta sicurezza e abbiamo la sensazione di volare sul ghiacciaio. Sorpresi dall’aggressività con cui i ramponi incidono il ghiaccio in poco tempo siamo alla bocchetta di Scais e quasi ci dispiace togliere questi “piedi artificiali”. (attenzione ad eventuali sassi che cadono dalle pareti e alcuni piccoli crepacci). Ci troviamo così all’attacco della cresta, che come indicato dal rifugista è il punto più complicato perchè la roccia è friabile e questi primi metri sono esposti alla caduta di sassi (e anche i più esposti).

Con i ramponi sulla vedretta...
Con i ramponi sulla vedretta…

Appena uscite dal canalino con un “canapone fisso” vi consigliamo di tenere la cresta e di spostarvi sul versante del lago coca (è più esposta ma più semplice), noi quella placca dritta l’ abbiamo trovata bagnata e quindi molto scivolosa e nello scendere abbiamo optato per la traccia sopra descritta.  Superato questo tratto seguiamo la cresta e alcuni omini sul versante sud est, e senza troppe difficolta ci portiamo in vetta.  (la roccia è friabile quindi bisogna stare attenti a dove si mettono mani e piedi). Estraggo dallo zaino l’adesivo fresco di stampa e dopo aver marchiato la croce scattiamo 7 rullini fotografici da ogni angolazione sapendo che passerà un po’ di tempo prima di ritornare lassù. Mentre ci gustiamo un panino in vetta, arrivano 3 tipi con passo deciso, dopo il Redorta si apprestano a fare lo Scais. Insomma io e Fabio ci siam fulminati con gli sguardi ma ciò che ci ha reso ancor più scioccati è il più giovane che una volta arrivato alla croce dice agli altri: “Oh ragazzi ci sono stati qua quelli delle Sbombate!”. Tra me e me dicevo: “Mission Completed man!”

Fabio impegnato durante la discesa nel punto più esposto
Fabio impegnato durante la discesa nel punto più esposto

La discesa sempre con calma sullo stesso percorso dell’andata con tappa per la classica birra mista al rifugio. Da li parte la discesa infinita verso Fiumenero, anzi no, Slim si fa sentire di nuovo… e tanto per allungare la gita ci dirigiamo verso il Rif. Calvi. Questa volta sono io al comando del gruppo e dopo una decina di minuti che camminiamo nella direzione sbagliata ci accorgiamo che, sebbene al mattino era buio, e magari eravamo in fase REM non eravamo mai passati di lì. Dopo un attimo di indecisione torniamo sui nostri passi e riprendiamo a questo punto l’infinita discesa… Raggiunto l’ultimo ponticello da attraversare , stuzzicati dal gorgogliare del torrente decidiamo di concedere un bagno ai piedi stremati. Ultimi metri e troviamo un sedile della macchina che, come sempre dopo tante ore di cammino, sembra una poltrona massaggiante e sedersi è un’emozione indescrivibile. Ma l’emozione di essere stati a 3038 metri su una delle più belle montagne delle Orobie è ancora più grande…

Citazione di giornata:

“ E’ più facile vedere un cammello che pascola al Bivacco Frattini … che i ramponi di Bonzi mollino sul ghiaccio ”

Tempi:

  • 3 ore Fiumenero – Rif. Brunone
  • 2 ore e 15 min.  Rif. Brunone – vetta Redorta
  • 2 ore Vetta Redorta – Rif. Brunone
  • 2 ore e 30 min.  Rif. Brunone – Fiumenero

Note:

  • Le condizioni della vedretta e del sentiero in cresta variano molto a seconda del periodo in cui si sale. Noi addirittura consigliamo per quelli che hanno poca confidenza con la roccia, di salire quando c’è più neve direttamente dal canalone con i ramponi.
  • Escursione molto lunga. Se non si è allenati è meglio dividerla in due giorni pernottando al Rif. Brunone e magari godendosi le pozze del torrente con calma.
  • Obbligatorio portare casco e ramponi e se si vuole essere sicuri anche imbrago, cordino e uno spezzone di corda utili per la discesa in caso di roccia bagnata.

Se volete una buona relazione, scritta dai mitici “Sassi”, da portarvi con voi eccovela qui.