4000 baci dal Gran Paradiso!
[yasr_visitor_votes size=”medium”]Cominciamo dalla fine di un’uscita davvero stupenda, bella la neve, fantastiche le discese, adrenalinica la cengia finale e mozzafiato la vista sul gruppo del Bianco durante l’ascesa, ma cio’ che ha reso il Gran paradiso diverso dalla solita “sbombata”, e’ stata senz’altro la Compagnia! Perche’ in Montagna basta una meta comune, un sentiero da percorrere in fila indiana, una corda o una stretta di mano per rendere un gruppo di semisconosciuti o non, di ragazzi o veterani, in un gruppo di Amici. Quindi ancora una volta grazie al CAI Clusone, per l’organizzazione, i consigli e l’amicizia nei nostri confronti. Ritorniamo all’inizio, Sabato mattina partiamo alle 8.30, con molta calma. l’obiettivo di giornata e’ solo quello di raggiungere il rifugio Vittorio Emanuele II, a 2735 m di quota. La macchina si parcheggia in Loc. Breuil, a monte della frazione Pont di Valsavarenche, a 1956 m, qundi ci aspettano solo 780 m di dislivello. Le strade Valdostane allettano il nostro viaggio in macchina, ognuno ha il proprio chiodo fisso, i castelli di Simone, le cascatelle di Michela, tale fratello tale sorella, le pale eoliche di Fabio, mentre Lucone vede Orobie e Pizzi Formichi ovunque! Ci rifocilliamo all’ampio parcheggio, osservando i pochi fondisti superstiti che praticano sci d’acqua e subito capiamo che sara’ dura rispettare il nostro voto di giornata: oggi non si suda! Se poi a fare il passo, ci si mette Lucone, la grondatura e’ assicurata. Dal parcheggio si procede in piano fino al torrente Savare e poi ci si inerpica sulla sinistra. Non facciamo in tempo a mettere gli sci ai piedi, che gia’ parte il Toto-Cima! Come sempre, durante i ripidi tornanti prima e nel piano nevoso poi, vediamo almeno 5 o 6 Gran Paradisi, Montchair e Breuil ringraziano, per poi scoprire, una volta giunti al rifugio, che la vetta dell’unico 4000 interamente italiano, non si vede neanche da li! Il rifugio Vittorio Emanuele brulica di scialpinisti, la maggior parte stranieri, tutti intenti al relax prima della tanto desiderata ascesa dell’indomane.
Ovviamente ci uniamo anche noi, con la classica mista reintegrante. Le vette purtroppo hanno il cappello, ma verso sera si liberano, lasciando ben sperare! Verso le 18.30, arriva anche il resto del gruppo, in tutto siamo in 23, e insieme ci godiamo la cenetta del secondo turno con una bella vista sul tramonto, accompagnata dalla neve a livello finestra, il tutto molto suggestivo. Addirittura a cena c’e’ chi,Ganzi e Dj Tia, si finge fan di Sbombate, forse nella speranza che gli lasciassimo il nostro crem caramel, illusi!=) Il nostro 4000, inizia gia al momento del coprifuoco, perche’ vuoi per la grande folla, vuoi per la nostra gioventu’, dormiamo in una struttura, per gli amici tugurio, separata dal rifugio. Di per se’ e’ anche carina, ma il ghiaccio sul pavimento, nonostante l’arsura esterna, e i buchi nella porta, spaventano non poco. Poco male, partita a Dobble, ormai gioco ufficiale Sbombate, con gli agguerritissimi Tazio e Calo, e poi si va a letto gia’ vestiti, con berretta, calzettoni e mutandoni e si risparmia tempo alla mattina. Sveglia ore 5.30, colazione abbondante, imbrago, test artva e si parte. Sono le 6.45 e la maggioranza della gente si e’ gia’ avviata, ma considerando la luce e la temperatura, il nostro orario di partenza sembra perfetto.
Si sale in direrzione Nord Est, raggiungendo per ampi pendii la base del ghiacciaio del Gran Paradiso. Piu’ in alto i pendii diventano piu ripidi e la vista piu aperta e spettacolare, spicca il gruppo del Bianco. L’ultimo tratto e’ il piu pendente, ma finalmente si intravede la vetta. Giunti al collett
o a ridosso della cima, togliamo gli sci, ci armiamo di picca e ramponi, e passo dopo passo risaliamo la ripida cresta fin sotto alla Madonnina.
Da qui la vista e’ pazzesca, la giornata e’ splendida, il cielo limpido e l’aria gelida e’ anche piacevole perche’ ci ricorda che siamo a oltre 4000 m! Di noi 4, solo Simone era stato a 4000, sul col del Lys (4248 mt) ma causa la nebbia improvvisa la vetta del Rosa era rimasta li’, celata e maledetta. Cosi’ il tratto coi ramponi diventa una gioia passo dopo passo, insieme conquistiamo la nostra prima vetta 4000 mt. In cima vi e’ ressa, con gente legata tre a tre che cerca di superare nello stretto, uno sciagurato che addirittura nel farlo scivola ma per sua fortuna solo per un metro, e il freddo attanaglia i nostri amici fermi ad aspettare di scendere. Cosi’ Lucone e Simone, non toccano con mano la Madonnina, ma la sfiorano con lo sguardo. Gran Paradiso conquistato, in fin dei conti neanche con troppa fatica. Tecnicamente non e’ necessaria grande preparazione, ma un minimo di confidenza con la Montagna e un po’ di allenamento, soprattutto perche’ da 3000 a 4000 la quota potrebbe anche gia’ farsi sentire. L’esperienza del capogita Rino e’ stata qui fondamentale per tenere insieme il gruppo! E’ giunta l’ora della discesa, a dir poco eccezionale, soprattutto per gli spazi e i pendii molto aperti, che permettono di godersi, nonostante i nostri limiti tecnici, curvette e anche velocita’ mentre sovrastiamo un panorama di montagne stupende. Sono circa le 11 e la neve e’ in gran parte polverosa, a parte appena sopra al rifugio dove e’ unpo’ piu’ crostosa. Qui, brindiamo al Gran Paradiso con lo spumate che il buon Fabietto, si e’ portato su e giu’ dalla vetta! Bis di sorrisi e strette di mano, ripelliamo e saliamo ad un altro passo, circa 200 mt di dislivello che nonostante il caldo e la gran fatica, ci permette di scendere da una valle parallela a quella risalita il giorno prima. Qui la neve e’ bagnata, ma la discesa, a parte il mal di gambe, e’ molto divertente, da una sponda all’altra, fino alla pista di fondo, dove Flavio sfodera la sciolina gialla e bagna il naso a tutti! E poi un bel panino fontina e mocetta, grazie Bonzi per la dritta, e si riparte per casa. Una sola canzone accompagna il ritorno, Hymn for the weekend:
Ah oh ah oh ah, got me feeling drunk and high, so high, so hiiiiiiiiigh: 4061 mt!!!!
Ed ecco tutte le foto!