Come sempre, i giri più belli sono anche quelli i più agognati nei giorni precedenti. Da quando il Recastello viene gettato nella mischia di Whatsapp, in poco tempo diventa magicamente il Resegone nella mente anormale di Simone, che va in tilt quando gli rispondono che si sale da Cinisello Balsamo. Nella mente pianificatrice e malefica di Lucone diventa invece l’Arera sperando così di poter dare buca più a cuor leggero, illuso.Il muro dei fratelli Trussardi M&M regge, Fabietto esulta, ma non è finita.Il Defender rifiuta la sveglia alle 6.00, Sacri abbatte a testate la via panoramica e all’invernale del Curò (1915 mt) sembra Rambo. Fortunatamente e dopo solo mezz’ora che tutti lo cercano, Dario ha il disinfettante, infermierina. Ma i presagi non sono nulla in confronto al richiamo del canale Nord del Recastello. Costeggiamo il bacino artificiale del Barbellino, affrontando belle lastre di ghiaccio e godendo la bella vista del lago semi-ghiacciato e delle forme poligonali in superficie. Il vento spinge deciso e la temperatura si abbassa parecchio appena il sole sparisce dietro al profilo dei monti, tra cui svetta il Re Coca. Al bivio con la Val Cerviera salutiamo Bonzi ed Eli, che dopo aver conquistato, tra le altre, il Recastello nei giorni scorsi, oggi puntano ai Tre Confini. Tranquillo Bonzi, se Fabio avrà bisogno del Soccorso, chiederemo la linea diretta con te. Lucone tenta l’ultima assalto, con sto ventaccio possiamo anche andare al naturale. E riesce così a convincere gli altri sbombati a rinunciare (E invece no). Ramponi, picca e si risale su un pendio dolce e largo verso la conca ai piedi della parete N del Pizzo, da qui il versante tende a destra più ripido e più stretto. Passo costante, lent ma seguent, con regolari fermate a riccio sincronizzate per proteggersi dalle folate di vento più severe, che portano via anche le parole.
La fatica viene contrastata dalla vista del canalone che si inerpica fino al sole, dandoci spirito e benzina fino in cresta.
Da qui seguiamo la via normale, semplice con una breve cengia che richiede attenzione, per un centinaio di metri e
siamo in Vetta al Recastello (2886 mt). Il vento ci concede giusto il tempo della stretta di mano e dei classici selfie; due, perché qualcuno fa notare che siamo paralleli alla croce 😉
A commenti tecnici preferisco le emozioni: la soddisfazione della vetta, l’abbraccio del gruppo e l’emozione di un pensiero ad un Amico nel panorama innevato e a lui tanto caro.
Scendiamo dalla Via Normale.
Dopo un primo traverso ripido su neve dura, sfruttiamo la corda di Fabio e qualche catena in canalino stretto. Da qui, ci si può rilassare e scendiamo tra le magnifiche creste accompagnati dal manto nevoso fino alla strada del Curò. Panini, the caldo ed é ora di accendere il lumicino.
Scendiamo dal Curò rilassati e contenti per la bellissima giornata trascorsa in compagnia, in quell’ambiente severo ma giusto, che le Orobie ci sanno offrire.
E’ bello accorgersi, ancora una volta, che il Paradiso può essere dietro casa.
Buon anno dagli Sbombati!
Osservazioni: