Pizzo Tre Confini

Data: 29-07-2015

Mappa sentieri:

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Erano mesi che tra impegni miei e tirocinio di Michi non si trovava una data per una gita in montagna insieme. Martedì sera torno a casa dopo la SBOMBATA alle Bocchette e ancora carico per le giornate appena concluse organizzo la gita con mia sorella per il giorno dopo; destinazione PIzzo Tre Confini (la prima volta per entrambi).

Io posso, Michi può, il tempo è incerto (ci si aspetta uno “sgroi”) ma non possiamo più aspettare la giornata perfetta, altrimenti diventa una mission impossible! Si parte! A Lizzola prendiamo il sentiero 322 e, passate le Piane, risaliamo la Val Bondione. Facciamo una pausa alle baite di Sasna e continuiamo verso il Passo di Bondione che non vuole mai arrivare. In compenso le nuvole e le nebbie incominciano a mangiarsi il bel cielo azzurro che ci aveva accompagnato per tutta la valle. Al passo prendiamo il sentiero che ci dovrebbe portare  al Tre Confini che già si vede a fatica immerso nelle nebbie. Arrivati a 15 minuti dalla cima siamo immersi in una nebbia che si taglia con il coltello, umidità al 120%, vento. Non abbiamo fretta, decidiamo di appostarci in un posto appena riparato dal vento, ci cambiamo, mangiamo il pranzo e, speranzosi che le nebbie se ne vadano, aspettiamo il momento buono per arrivare in vetta. Dopo un 30 minuti, si apre appena il cielo, si vede la cima, impacchettiamo lo zaino al volo e ci precipitiamo in vetta, scansando un gruppetto di stambecchi sbragati sul sentiero. Siamo in vettà, purtroppo si vede a mala pena la Val Cerviera di sotto mentre sugli altri lati cè una nebbia fitta.

In vetta...
In vetta… 2828 m (La più alta di Michi)

Il tempo di fare 2 foto (ma proprio due) e il vento diventa fastidioso, le nuvole minacciano acqua a breve. Al posto che riscendere al passo di Bondione, decido di scendere in modalità sciata il ghiaione del Tre Confini che ci porta sul sentiero 321 (quello che risale la Val Cerviera dal Rifugio Curò). Michi si ferma un attimo per togliere giusto due sassi  dagli scarponi e  approfittiamo della sosta per indossare i k-way. Conto fino al 30, e le prime goccie si fanno sentire. Continuiamo a scendere la Val Cerviera di buon passo per cercare di raggiungere il Rifugio Curò ma lo “sgroi” non ci risparmia. Altro che pioggerella, pioggia forte, il k-way tiene l’acqua per 5 minuti, dopo altri 5 anche la felpa è mezza, dopo 20 l’acqua ha passato tutte le paratie o porte stagne dei vari strati di vestiti: ci esce dalle mutande. Siamo alle cascatelle della Val Cerviera, mancano 10 minuti al Curò e la pioggia smette. Un classico. =) Ci infiliamo nel rifugio, mettiamo quei pochi panni di ricambio salvati dalla pioggia nello zaino e, ci beviamo un bel te caldo. Nell’attesa che il cielo si schiarisca un po’, ci facciamo un brioscolino al calduccio del rifugio. Ok, sono le 14:30, il cielo sembra concederci una tregua, prendiamo il sentiero che scende dal Curò verso Valbondione e al primo tornante ci infiliamo sul 306 che devia su Lizzola per concludere l’anello. “Il cielo concedeva una tregua ho detto?!” a no! Siamo di nuovo nell’occhio del ciclone, si vede l’acqua che cade sul paese e che si avvicina verso di noi. Indossiamo quel che resta del k-way e ci prepariamo alla seconda doccia. Finalmente entriamo nel bosco (non era un temporale, no fulmini) che ci protegge un pelo e ci accompagna fino alla macchina. “CICK, CECK” “CICK CECK” è il rumore che i piedi fanno negli scarponi allagati ad ogni passo. Alla macchina, svuoto gli scarponi e indosso le scarpe… mai tanto attese.

Dati tecnici:

-3 ore e mezza da Lizzola alla cima (senza contare la pausa per la nebbia)

-1 ora per scendere la Val Cerviera (Pizzo-Curò)

-1 ora e 40 dal Curò a Lizzola

-1600 metri

Note:

Giro abbastanza lungo, da fare se si è un attimo allenati. Salita al Tre Confini facile.