Cimon della Bagozza

Quest’ oggi ,domenica 7 giugno, una delegazione del drappello degli Sbombati composta da me, Luca e Dario decide di puntare alla croce del Cimon della Bagozza, una cima ancora inesplorata da tutti i componenti. Si tratta della mia prima uscita estiva con il gruppo e carico di energia avverto gli altri che alle 7 e 15 sono con la macchina sotto casa loro! Durante il viaggio si delineano i nostri progetti di quest’ estate targata sbombate, e tra una foto e l’ altra della guida che avevo in macchina  nascono molte idee! Chissà se alcune di queste saranno proprio qui sul nostro blog tra qualche mese;)

blu:salita giallo:discesa
blu:salita
giallo:discesa

 

La macchina decido di lasciarla nel nostro solito posto invernale, allo spiazzo di Dezzo. Dopo circa una mezzora di cammino arriviamo al rifugio Bagozza e lì incontriamo altri due escursionisti che si stanno allacciando gli scarponi nel baule della loro macchina, vengo ricoperto di “complimenti” per aver parcheggiato sotto:)

Dopo circa 15 minuti raggiungiamo il bivio situato appena sopra una baita, inconfondibile per la presenza di una madonnina, da lì giriamo a destra passando per uno splendido laghetto naturale e puntiamo dritti verso il ghiaione del Cimon. Per risalire il ghiaione consigliamo l’ utilizzo di racchette perché, specialmente l’ ultimo tratto, presenta ghiaia fine quindi spesso si “fan due passi avanti e uno indietro”.

In 1 ora risaliamo il canale, che non presenta particolare difficoltà poiché la neve è quasi sciolta tutta, e proseguendo per il ripido sentiero sul versante bresciano raggiungiamo la vetta. Il panorama è molto suggestivo soprattutto per  gli strapiombi calcarei del versante scalvino che ribadiscono l’ imponenza del massiccio.

 

croce bagozza

Nessuno del nostro gruppo è molto pratico di quelle montagne ma vogliamo seguire il suggerimento di un ragazzo che abbiamo incontrato in vetta che ci consiglia di chiudere l’ anello proseguendo per il facile sentiero sulla cresta e scendendo nel canale opposto a quello di salita.

Il tempo purtroppo peggiora e iniziano a salire le nebbie, l’ ottima segnalazione del sentiero ci porta però a continuare nella speranza che si diradino. Purtroppo dopo più di 1 ora di cammino e svariati dubbi su dove cacchio fosse quel famoso canale da discendere ci accorgiamo che il sentiero è sempre meno segnato e ad un certo punto si interrompe proprio. La situazione nel gruppo è un po’ tesa perché: Lucone ha finito i panini, Dario teme il peggio e a me rimangono due dita di acqua e una pesca. Per di più a un certo punto il cielo si rischiara e ci accorgiamo di essere sul versante bresciano ma non sappiamo nemmeno quanto ci siamo spinti in lunghezza rispetto a schilpario. Dopo molti tentativi per cercare di continuare su quel sentiero che comunque ci avrebbe portati da qualche parte, rinunciamo e decidiamo dopo una lunga analisi della situazione:) di tornare sui nostri vecchi passi.

La risalita è molto lungaaa (a fine giornata la semplice escursione da mattinata si rivela in un 1700+) ma a conti fatti è stata la miglior decisione perché ci ha permesso di ridiscendere a salti nel mitico canalone ghiaioso di risalita e ci ha evitato un forte temporale in un luogo a noi sconosciuto.

L’ acquazzone non ci ha però risparmiati e, fradici, all’ alba delle 5 di pomeriggio rientriamo di corsa alla macchina con un’esperienza che ci ha sicuramente formati!

PS:
sconsigliamo fortemente, se non si era capito nell’articolo, di fare il sentiero in cresta in discesa perché poco o per nulla tracciato e poco segnalato ( è segnato sulle cartine del CAI (che noi non avevamo nello zaino)).
Abbiamo poi chiesto informazioni al rifugista del Cimon della Bagozza:
– Proseguendo lungo il versante della montagna dal punto in cui abbiamo deciso di tornare indietro si arriva al passo di Valzellazzo; da li si può poi scendere lungo il sentiero 418 per raggiungere Schilpario.
-La discesa lungo il canale che volevamo fare noi si prende appena superato il tratto di discesa iniziale in “cresta” dove girando a destra si percorre una cengia che dovrebbe portare al famoso canale