Le creste di Bares sono sempre state, per me che abito a Rovetta, un sentiero misterioso avvolto da numerose leggende di gente che si è persa, gente che vi ha lasciato la vita e considerate come un sentiero infinito. Ebbene si, informatomi da un amico del soccorso alpino che di esperienza su queste montagne ne ha da vendere decido di avventurarmi, promettendomi che alla prima difficoltà senza indugiare avrei indietreggiato. Ciò che mi rassicurava ancor più era il fatto che il giorno prima si era tenuta la gara dell’ orobie ultratrail e il sentiero era stato segnato a dovere per i 300 atleti che ci passavano. Già il fatto che gente la faceva di corsa e tra questi (come avevo potuto notare il giorno prima) c’ erano persone con passo non troppo sicuro:), mi rassicurava molto e mi faceva pensare sempre di più alla parola LEGGENDA. Effettivamente quando sono arrivato alle prime creste dopo cima di parè, ho rallentato prepotentemente il passo e tolto le racchette dallo zaino poiché esser da solo su quel sentiero un po’ mi preoccupava. Il tempo passava e anche i km del sentiero, ma io di tratti particolarmente impegnativi non ne vedevo, l’ unico tratto più esposto rispetto agli altri é appena prima delle lapidi ma nulla in confronto ad altre difficoltà incontrate in altri sentieri qua sulle nostre orobie.Tra me e me pensavo anche a chi mi diceva che mi sarei sicuramente perso tra tutti quei sentieri che si erano formati e mi chiedevo se ci fossero veramente mai stati!!?? É impossible sbagliare sentiero perché è sempre in cresta! L unico accorgimento é quello di svoltare a destra dopo cima campo(l unica cima con una croce) e scendere in direzione baite di campo. In realtà ci sarebbe anche un sentiero che continua in cresta passando per cima Bares ma nessuno lo consiglia e non avendolo fatto, non posso dirvi nulla nemmeno io..
Arrivato appena sopra le baite di campo ho tenuto una traccia in quota che mi ha riportato sul sentiero in direzione del passo Olone e in una decina di minuti sono arrivato al Rino olmo dove mi aspettavano delle buonissime tagliatelle fatte in casa al ragù di capriolo:una vera delizia! Complimenti a Elisa la rifugista;) Orientativamente come tempi ho impiegato 3 ore con calma per raggiungere da blum l’olmo.
Dall’ olmo sono poi sceso in Val Zurio per un bellissimo sentiero,sicuramente da rifare. Alle prime baite ho incontrato i miei due amici Gian e Valentina per un caffettino e poco dopo son ripartito seguendo il sentiero che scende la valle tenendo il torrente sulla propria destra. Appena prima di entrare nell abitato di valzurio sulla sinistra c è una sottospecie di centrale dell’ Enel e da lì parte il sentiero che riconduce a blum. Mentre recuperavo le forze con un mitico sacchetto di frutta secca, un gruppo di anziani mi racchiude al centro di un cerchio e mi bombarda di domande. Quando capiscono il giro che ho fatto si complimentano chiedendomi se ero in gara all orobie ultra trial ahahaha e scattano qualche foto con me. Io ultra imbarazzato, nonostante gli invani tentativi di dirgli che è un giro fattibile da qualsiasi persona allenata, riesco a divincolarmi e riprendo i miei passi con un andatura abbastanza veloce visto il brutto tempo che stava scendendo dalla presolana. Quest ultimo sentiero non lo consiglio affatto ma è obbligatorio se si vuol chiudere l anello poiché è molto ripido e al tempo stesso rovinato dalle motocross che continuano a scendere formando dei canali. In circa 1 ora da valzurio con passo spedito raggiungo blum e un po’ affaticato dei 25km appena conclusi raggiungo la base di partenza, casa Stabilini;)
gran bel giro, da rifare! lo consiglio con un po di allenamento! Nonostante sia in forma sto periodo, per 2 giorni ho sentito le gambe:(
AGGIORNAMENTO 2016
Giro rifatto con la piccola aggiunta delle ultime creste. Nulla di particolarmente ostico; si prosegue con la stessa difficoltà trovata nell’ultimo tratto della cima Campo. L’unica differenza è che si perde un po di tempo.
Giro consigliato e molto soddisfacente l’arrivo al rifugio Olmo.
Molto faticoso la risalita a Blum da Valzurio, ma in qualche modo bisogna pur tornare a casa.