Perlustrazione in val Pusteria

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Dopo una stagione estiva intensa è giusto concedersi una vacanza in tutta tranquillità con la famiglia. L’occasione è il compleanno di mia mamma, come si può dire di no! (auguri mamma!).

La nostra destinazione è l’Alto Adige (o Sudtirol con la u coi due puntini sopra). Nella mattinata del 24 settembre partiamo alla volta di Braies, in alta val Pusteria, che sarà il nostro punto d’appoggio per i 4 giorni seguenti.

1° giorno: Monte Specie. Da Braies ci addentriamo nell’omonima valle, isolata e boscosa, fino alla località Prato Piazza a 1950 m d’altezza. Da qui prendiamo il largo e pianeggiante sentiero che si dirige a sud che ci porta al rifugio Vallandro attraversando ampi pascoli. La vista, oltre al bianco della neve… sì perchè ci sono 10 cm di neve a settembre, quasi introvabili… volge verso ovest, dove troneggia la Croda Rossa d’Ampezzo, e a sud,  verso il gruppo del Cristallo. Dal rifugio seguiamo i cartelli ed il sempre evidente sentiero che, con una lieve salita, porta in circa un’ora alla cima del monte Specie (2308 m). Da qui la vista è incredibile, anche perchè arricchita dalla neve, e balzano subito all’occhio le mitiche Cime di Lavaredo, che raggiungeremo qualche giorno dopo.

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Per il rientro rifacciamo al contrario lo stesso percorso, ma con un panorama a colori completamente diversi. Il sole, bello alto nel cielo, ha sciolto nel frattempo gran parte della neve sui prati, facendo somigliare una giornata autunnale in una giornata di tarda primavera.

2° giorno: San Candido, Dobbiaco e Lago di Braies. La seconda giornata la “spezziamo” in due parti. In mattinata, visto il tempo un po’ incerto, stiamo a valle e facciamo visita ai centri di San Candido e Dobbiaco, a pochi minuti di macchina dall’albergo. Terminata la visita, rientriamo in quel di Braies per fare visita al lago omonimo. La passeggiata attorno al lago è alla portata di tutti e, se effettuata con la dovuta tranquillità, porta via un paio d’ore al massimo. Che la si effettui in senso orario o antiorario, non si può non notare la parete nord della Croda del Becco (2810 m), la cui cima si può raggiungere con 3-4 ore di cammino. Dico si può perchè non l’abbiamo fatta eheheheh di tempo materiale non ne avevamo.

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La passeggiata attorno al lago termina al maestoso albergo costruito sulla riva, risalente ai primi del ‘900. Degno di nota anche il piccolo molo dove si possono noleggiare delle barche a remi, giusto per vedere il tutto da un’altra prospettiva.

3° giorno: Tre Cime di Lavaredo. Eh sì, perchè prima o poi bisogna andarci. Le abbiamo viste due giorni prima da lontano, ora andiamo a vederle da sotto. Cammineremo lungo un sentiero ormai classico, il periplo delle Tre Cime, che tocca tutti i rifugi principali posti ai loro piedi. Raggiungiamo in macchina il rifugio Auronzo passando dalla val di Landro. Lasciata lì la macchina, ci dirigiamo verso il rifugio Lavaredo, posto di fronte alla cima Piccola e a pochi passi dalla ampia sella della forcella Lavaredo. In questo punto siamo sul confine tra Alto Adige e Veneto ed anche la vista sulle Tre Cime cambia. Infatti, se dal lato sud sono poco riconoscibili, appena ci si porta dall’altra parte si è di fronte alle tre distinte pareti verticali, simbolo indiscusso di tutte le Dolomiti.

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Per tutto il percorso non so quante volte mi sono voltato ad ammirare anche solo per un paio di secondi lo spettacolo che avevo di fronte, non mi stancavo mai! Dalla forcella Lavaredo è già visibile la tappa intermedia del giro, il bazzicatissimo rifugio Locatelli, posto in posizione panoramica di fronte alle Tre Cime ed anche al monte Paterno, quarto incomodo all’interno del panorama.

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Si tratta di una montagna piuttosto elevata (2746 m) che fornisce probabilmente la prospettiva migliore per le protagoniste di questo giro. Interessante lo è anche per i vari tunnel costruiti al suo interno ai tempi di guerra ed oggi sfruttati come passaggi strategici in via ferrata. Altro spunto per una futura scampagnata! Dopo la pausa al rifugio il sentiero si riavvicina alle Tre Cime prima scendendo, poi riprendendo quota nel giro di tre quarti d’ora circa di camminata. Al termine della salita il tratto è prevalentemente pianeggiante e si raggiunge, dopo aver attraversato il ghiaione della Cima Ovest, la Forcella di Mezzo, che riporta in territorio veneto. Da qui al rifugio Auronzo è un attimo, ma vale la pena concedersi qualche minuto di pausa in un inaspettato “cimitero” di omini di pietra posto lungo il sentiero. Contarli è impossibile, saranno almeno un migliaio! Qui ogni escursionista di passaggio è libero di lasciare il segno del suo passaggio senza recare danni all’ambiente e, perchè no, ad abbellire ulteriormente un luogo già incredibile per natura. Tempo totale del giro circa 3 ore.

4° giorno: Brunico. Della serie: bisogna anche rientrare, piccolo ma fastidioso dettaglio. Va bè, non ci possiamo far niente… Nel viaggio di ritorno facciamo tappa a Brunico, centro principale della val Pusteria, per visitare uno dei musei della montagna di Reinhold Messner. Il tema del museo è quello dei popoli della montagna, qui è possibile conoscere culture ed oggetti provenienti da alcuni angoli remoti del pianeta in cui il grande alpinista ha fatto visita. Il tutto inserito nella splendida cornice del castello di Brunico. Visita veramente consigliata a tutti, ne vale la pena! Come, per il resto, vale la pena fare tappa in tutti i luoghi visitati in questi brevissimi 4 giorni. Alla prossima!