Alba sul Diavolo della Malgina 15/16 Luglio 2017

Contro ogni prevedibile pronostico la proposta di Marco vede tre impavidi adepti (Luca, Dario, io), ed il weekend viene così organizzato: partenza da Lizzola, salita alle cascate del Serio per l’apertura notturna, arrivo al rifugio Curò con pernottamento ancora da definirsi, attacco al Diavolo della Malgina con “vista alba” dalla vetta, e infine meritata giornata di relax al Lago in compagnia degli amici spagnoli Carlos e Letitia.

Dopo aver sistemato le macchine al parcheggio con un onestissimo pagamento ticket e messaggio informativo “siamo a funghi”, iniziamo la nostra escursione ed arriviamo alle cascate giusto in tempo per goderci lo spettacolo. Di lì a poco i falò abbandonati da cui riusciamo a ricavare poco calore e molto fumo non bastano più, il freddo umido della notte inizia a farsi sentire,  e per i poveri seminomadi è ora di andare alla ricerca di un posto per dormire. Le previsioni di Lucone di trovare l’invernale libero svaniscono non appena giungiamo al rifugio… non abbiamo scelta: ingegneri all’opera, si monta la tenda!

Grazie a Dio la nostra “rigenerante” nottata dura soltanto un paio d’ore, un paio di gelide, ventose, e scomode ore che ci costringono a riposare chi nella posizione del loto per mancanza di spazio, chi senza sacco a pelo alla John Rambo, e chi con la testa di fuori o rannicchiato nei pochi centimetri a disposizione. Alquanto provati dalle condizioni meteo, alle 3.30 infiliamo zaini e frontalini e ci incamminiamo verso la vetta: sonno, stanchezza, e crisi mistiche ci mettono a dura prova, ma in due ore e mezza di silenziosa marcia arriviamo finalmente alla meta.

Sono le 6, e il sole che sta sorgendo in quell’esatto istante porta con sé un clima decisamente più vivibile..il vento si placa e i primi raggi ci scaldano i visi assonnati: il momento è ideale per brindare con tanto di Prosecco ai miei 22 anni appena compiuti, e date le buonissime condizioni meteo, decidiamo di prolungare la sosta per sfruttare quel tepore e recuperare i gradi perduti nella notte.

La parte faticosa della giornata è ormai passata, così, dopo circa tre ore accampati sulle rocce della cima con sacchi a pelo e coperte, riprendiamo il sentiero e scendiamo fino al Rifugio Curò dove ci aspettano Carlos e Letitia: finalmente il pomeriggio, meritatamente dedicato ad abbronzatura, bagni, e relax!

Freddo e stanchezza a parte…due giorni super e compleanno festeggiato nel migliore dei modi!! Grazie a Marco, Dario, e Lucone (nonché organizzatore della prossima tendata)!