L’ altruismo negli animali: il caso delle api

Con una serie di articoli voglio trasmettervi certe curiosità sul  comportamento animale che ho potuto scoprire leggendo un libro di etologia animale “L’ etologia caso per caso” del professore Danilo Mainardi.
Siete pronti? Bene iniziamo!

Perché certi animali possono avere atteggiamenti altruistici che vanno spesso anche a discapito della loro sopravvivenza?
Esistono casi di mutualismo in cui entrambe le specie ne traggono vantaggio come ad esempio le leonesse che predano insieme, i pellicani che facendo corona spingono i piccoli pesci in un’ area da cui non possono sfuggire.   Ma cosa spinge certe specie ad agire contro il proprio interesse di sopravvivenza e a dedicare magari interi periodi per le cure parentali di alcuni esseri che non son neppure i loro figli? Ciò è nettamente in contraddizione con la teoria di Darwin.
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Il motivo può però essere spiegato con la teoria della kin selection (selezione tramite consanguinei): il sacrificio consente la sopravvivenza di un numero di geni identici ai suoi ma in quantità ben maggiore.
Un semplice esempio sono le api operaie che spesso sacrificano la loro vita per difendere l alveare in cui ci sono individui che nn sono loro figli (le operaie sono sterili).
La regina ancora giovane e vergine è corteggiata da una schiera di maschi, i fuchi. Soltanto un maschio la feconderà e lei conserverà per tutta la vita il seme maschile nella spermteca. La regina quando depone un uovo se vorrà dar alla luce un maschio non lo dovrà fecondare mentre per una femmina sì. Il risultato è che i maschi hanno solo la metà materna dal punto di vista genetico. Proprio per via di questo fatto si è dimostrato che in media le api hanno una parentela di 3/4 con le sorelle e di 1/2 con i figli, da un punto di vista evolutivo è quindi più conveniente sacrificarsi per una sorella che per un figlio ed è per questo che son nate le caste sterili.