Monte Pradella

Vetta tutta nuova per un giro ad anello nello stile sbombate vecchia maniera. Anche se il gruppo è un po’ più scarno del solito (io e Luca) la voglia non manca.

Lasciamo la macchina ai Bortolotti di Valgoglio e ci incamminiamo lungo il sentiero 268, che in circa 1 ora e mezza di salita ci porta alla diga del Lago Nero. Da qui ci sganciamo per imboccare sulla sinistra il 267 in direzione Valsanguigno. Lungo questo tratto pianeggiante la camminata si fa più “tranquilla” rispetto a prima e possiamo recuperare fiato ed energie per la tirata che ci attende.

Ci stacchiamo da questo sentiero dopo poche centinaia di metri in corrispondenza del primo evidente avvallamento sulla destra, in cui si trovano anche dei segnali in bianco che indicano la nostra meta. Risaliamo questo avvallamento dapprima tenendoci sul lato destro, poi attraversiamo il letto del torrente portandoci sulla sinistra dopo 20 minuti di cammino. Il sentiero aumenta ancora di pendenza e, lungo una serie di zigzag, ci porta in una mezz’ora circa ad un pianoro erboso che troneggia sulla conca del Pizzo Salina, col suo laghetto.
20160814_093237_HDRVerso destra è ormai evidente la sagoma del Monte Pradella e si può anche vedere la croce bianca posta sulla sua cima. Svoltiamo quindi a destra puntando sulla cresta orientale del Pradella. In questa ultima parte prima della meta si affrontano dei brevi tratti attrezzati con dei cavi metallici. Sono piuttosto semplici ma da affrontare, come sempre, con la giusta cautela. In pochi minuti raggiungiamo la vetta e, fortunatamente, il tempo è dalla nostra e la vista a 360° permette di spaziare da gran parte delle cime delle Orobie fino alle grandi vette della Valtellina, dal gruppo del Rosa fino a quello dell’Adamello.
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Dopo una breve sosta in vetta cominciamo la discesa in direzione opposta da quella di arrivo, grazie ad un segnale bianco che indirizza verso la Valsanguigno. Il cammino prosegue abbastanza agevolmente lungo la cresta occidentale. Dopo qualche minuto diventa ben visibile il solitario lago Zelt (gelato, anche se in questa stagione non è un soprannome che gli si addice molto) del Pradella. Proseguiamo tenendoci il lago sulla destra seguendo gli omini ed i segnali bianchi che si trovano alla nostra sinistra (proseguendo dritti lungo la cresta principale si può arrivare al passo d’Aviasco). 20160814_103338_HDRUna mezz’ora circa dopo la partenza dalla vetta raggiungiamo il laghetto. Breve pausa contemplativa anche qui e ripartiamo per la lunga discesa che ci fa attraversare i grandi pascoli della Valsanguigno fino al rifugio Gianpace.
20160814_121004_HDRPoco tempo dopo aver superato il rifugio, nel bosco, deviamo lungo un sentiero a sinistra per puntare verso i Bortolotti, dove ci attende la Golf per il rientro.

Mappa indicativa:
CatturaCommenti:
3 ore scarse per la cima e 3 per il rientro dalla Valsanguigno. I sentieri di attacco e di discesa dalla cima sono sempre ben segnati con omini e indicazioni di colore bianco, è molto facile seguirli.

PS: Questo è solo un assaggio, stay tuned: il prossimo articolo ci porterà mooooolto in alto!!!